Psicoterapia e dintorni
Appunti e riflessioni in divenire
Chi voglia approfondire con qualche lettura il tema del poliamore, troverà subito il riferimento a colei che nel 1990 avrebbe coniato il termine “poliamore”: Morning Glory Zell-Ravenheart, nata il 27 maggio 1948 e morta il 13 maggio 2014. Questa donna è considerata un’icona e un mito presso la sedicente “comunità poliamorosa”.
Dopo tre mesi di frequentazione amorosa, un giorno Stefania avvisa Enzo che andrà a fare una passeggiata insieme a un amico e a Luigi, l’ex, al quale è morta da poco la compagna. Al ritorno dalla passeggiata viene raggiunta a casa sua da Enzo, che le chiede nervosamente come sia andata la giornata.
Un rapporto solido di amore, sostegno e rispetto reciproco – che sia vissuto nella prima infanzia con la madre, donato dalla persona amata o “spalmato” su uno o più amici o parenti - permette di raggiungere una serena consapevolezza: “Io vado bene così come sono”. Questa serenità, pur non essendo mai data una volta per tutte, consolida e stabilizza. Con questo, permette di liberare la propria creatività, rispondendo agli stimoli che la generano e producendone di nuovi.
Può valere il principio etico “Non fare mai qualcosa che possa far soffrire altri”? Come orientamento nella ricerca di una risposta, provo ad articolare alcune sfaccettature del problema.
Per un uomo trovare la quadra in amore è molto difficile. Il problema riguarda la totalità degli uomini o quasi. Eppure il tema non viene mai affrontato con metodo e serietà come meriterebbe. E lo meriterebbe perché è in gioco la serenità degli uomini e delle donne e la stabilità delle famiglie. Vediamo qui quali sono le opzioni possibili e alcuni dei loro pro e contro.
Qualche giorno fa ho comprato un libro che mi aveva colpito perché tratta di una tematica su cui io stesso ho riflettuto e scritto. Il tema è quello della presenza di forze contrastanti dentro di noi che giocano (anche) in campo amoroso.