Psicoterapia e dintorni
Appunti e riflessioni in divenire
Ho trovato in questo libro di Paul Ludwig Landsberg - filosofo ebreo morto in un lager nazista - le cose di cui avevo bisogno in un momento di lutto. Ho trovato un discorso che parlasse di spirito e che si rivolgesse al mio spirito. Un discorso che parlasse di vissuto privato, di soggettività, di interiorità, di drammi esistenziali anziché di teorie scientifiche, oggettività, comportamenti osservabili, teorie evoluzionistiche o psicologiche.
Sto riflettendo e studiando su questo tema. Potrei aggiungere ogni giorno un tassello. Oggi vorrei proporre 21 piccole note in divenire.
Se è l'enigma della morte ad averci spinti a venire [alla conferenza di stasera], è perché ognuno di noi è portatore di una storia colma di sogni e di necessità, di prove e di sofferenze, di interrogativi e di speranze. Ognuno desidera confrontare la propria esperienza con quella degli altri, pe...
La struttura della nostra vita muta in ogni istante. La pressione del passato cresce, le possibilità del futuro diminuiscono. Più l'uomo invecchia e meno riesce a sentirsi libero, meno è in grado di trasformare il senso complessivo della sua vita plasmando il proprio futuro. Invecchiando, egli p...
Dando un’occhiata ai video brevi pubblicati sui social ricavo l’impressione che siano veramente tante le persone che si riprendono mentre mettono a repentaglio la propria vita. Mi riferisco a persone che in montagna percorrono cenge o creste sopra strapiombi senza essersi assicurate; che fanno scialpinismo lungo canaloni molto ripidi e stretti in mezzo alle rocce oppure lungo altri ripidi pendii fortemente innevati, con il rischio di staccare valanghe (le quali spesso in effetti in effetti poi si staccano) o che con gli sci, lungo questi stessi pendii, fanno salti straordinariamente alti e lunghi, eventualmente con piroette e/o salti mortali. Mi riferisco alle persone che si arrampicano in free solo, cioè senza alcuna sicura, per pareti lunghe anche mille metri, o a quelle che affrontano escursioni o arrampicate senza usare tutte le precauzioni previste.
Ho paura delle guerra. Provo pena e orrore per tutti coloro che sono costretti ad allontanarsi dalle loro case, dal posto in cui vivono, dal lavoro, dagli amici, dai parenti, dalle abitudini rassicuranti per rifugiarsi in posti sconosciuti, in mezzo a mille privazioni, incertezze, difficoltà, nel dolore, nella rabbia, nella nostalgia. Persone che quando torneranno nella loro terra - se e quando lo potranno fare - non la riconosceranno più. Probabilmente vivranno nella povertà, nella fatica, nel dolore, nel lutto, nella rabbia, nel risentimento. Qualcuno troverà insopportabile tutto questo e si lascerà morire o si ammazzerà. Qualcuno si vendicherà come potrà.