Psicoterapia e dintorni
Appunti e riflessioni in divenire

Se in psicologia, per descrivere e spiegare fenomeni o per escogitare soluzioni a problemi, si riscontra la necessità di attingere parole, concetti, teorie da altre discipline, non le si attingano dal mondo dell’economia e delle imprese, perché in questo modo quelle parole e quelle idee saranno non solo povere, ma porteranno con sé dei presupposti impliciti carichi di conseguenze.

Come ha notato la collega Barbara Lamedica, non di rado quando si assiste alla presentazione di un libro e poi lo si compra non ci si trova niente di più di ciò che era stato detto nella presentazione. In questo caso io ho trovato poco di più rispetto alla conferenza di 90 minuti circa di Alessandra Aloisi a cui ho assistito su YouTube. Un poco di più che comunque per me è prezioso.
Giacomo Leopardi in un disegno di Tullio Pericoli
Ho appena ascoltato su YouTube una lezione della filosofa Alessandra Aloisi che mi ha aperto il cuore e che descrive ed esamina un fenomeno di cui ogni lettore può prendere coscienza: nella lettura non è possibile tracciare una distinzione netta tra momenti di concentrazione (sul "compito" della lettura) e momenti di distrazione. Gli uni e gli altri sono entrambi necessari all’esperienza della lettura, non sarebbero neppure immaginabili separatamente.
Da qualche decennio, appena una persona è ritirata, concentrata su di sé e sulla sua ricerca di senso, dolente nello spirito, si sente chiamare depressa. Odio sentire usare con leggerezza la parola depressione e mi dà ancora più fastidio sentirla usare come se si riferisse a un tratto del carattere. Non posso sentire dire che Pavese era un depresso, Woody Allen è un depresso.

Sentiamo dire che Tizio non è “se stesso”, o esortare Caio a “essere se stesso”. Sentiamo gli psicologi junghiani parlare della “ricerca di sé” o del “diventare se stessi”, oppure Kierkegaard parlare del potere, o non potere, essere se stessi o altro che se stessi. Inoltre può capitare di sentirsi o non sentirsi se stessi. Di sentirsi falsi o degli impostori.

Qualche giorno fa ho comprato un libro che mi aveva colpito perché tratta di una tematica su cui io stesso ho riflettuto e scritto. Il tema è quello della presenza di forze contrastanti dentro di noi che giocano (anche) in campo amoroso.