Psicoterapia e dintorni
Appunti e riflessioni in divenire
21 maggio 2020. Uno o due mesi fa, riflettendo sulla mia esperienza e confrontandomi con alcuni colleghi ho messo a fuoco un concetto: con l’obbligo di stare a casa, molte persone sono state finalmente libere di stare a casa. Voglio sorvolare qui sugli aspetti più evidenti e devastanti del confino obbligato, che per molti ha rappresentato la rovina economica con tutta l’angoscia che ne consegue. Intendo invece concentrarmi su un vissuto presente in chi, per sua fortuna, non è stato sommerso da tale angoscia.
Anno 1973. Anna, una bambina di dieci anni, è ospite dallo zio. In soggiorno c’è una bella pila di riviste: un tesoro per lei, che è sempre alla ricerca di fotografie dei suoi cantanti preferiti. Così comincia a rovistare finché non si ritrova in mano una rivista per adulti. Spaventata e incuriosita incomincia a sfogliare furtivamente, stando attenta che non arrivi qualcuno.
La gelosia è un complesso di sentimenti, pensieri e azioni. Tra i sentimenti in gioco c’è la paura. Questa paura riguarda una serie di pericoli.
Credo che, specialmente nei rapporti amorosi, ci sia confusione fra il voler bene a una persona e l’esserne attratti. Quando comunichiamo, confondiamo le due cose. Diciamo “Ti voglio bene / ti amo” intendendo a volte invece “Sono attratto da te, mi piaci”. Chiaramente “Ti amo” fa un effetto molto più bello all’altro, che – possiamo darlo quasi per scontato – desidera essere amato, anche se fa il duro e può arrivare a negarlo anche a se stesso.
Nella coppia, quando due persone hanno trascorso insieme tanto tempo, può darsi che comincino ad ascoltarsi meno. Questo può accadere per molti motivi.